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prevenzione oggi luglio agosto 2019
IN VACANZA CON UN NUMERO RICCO DI INFORMAZIONI ALLA SCOPERTA DELL’HIKIKOMORI E PER IL RITORNO AL CAMMINO SCALZO

leonida pozziDel SISM (Segretariato Italiano Studenti di Medicina) avevamo già trattato qualche tempo fa grazie ad una indagine a cura della nostra brava Clelia Epis. In quella occasione avevamo messo in risalto soprattutto l’impegno del SISM, insieme con Aido, per favorire una migliore cultura medica inerente in particolare ai temi della donazione e del trapianto.

In realtà il SISM è molto di più perché, – come sottolinea proprio Epis nel suo articolato e approfondito servizio giornalistico -, si preoccupa di rispondere ai bisogni di salute della comunità, offre contributi alla formazione accademica degli studenti, collabora per la loro crescita intellettuale, professionale e deontologica. Giuridicamente il SISM si configura come “Associazione di Promozione Sociale indipendente e autonoma rispetto agli Atenei, non partecipa alle elezioni ed è apartitica, non ha un ruolo di rappresentanza, bensì di competenza” così da partecipare alla Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia. Mi ha incuriosito in particolare questo sottolineare che l’Associazione ha “un ruolo di competenza” e penso a quanto l’Italia abbia bisogno di competenza in tanti settori ma in particolare in quelli pubblici.

Ci fa piacere sottolineare questa capacità dei giovani studenti di medicina di rendersi protagonisti di un percorso che, per quanto autonomo, punta in definitiva a migliorare l’offerta di salute e quindi la tutela delle persone, non solo nella capacità di cura ma anche nella gestione di attività preventive.

Fa molto riflettere anche l’articolo di Fernanda Snaiderbaur, su un fenomeno che sta interessando sempre più gli adolescenti di oggi. Per noi – abituati a pensare che adolescenza significhi rivolta, desiderio di libertà, rifiuto delle regole -, è stato un colpo al cuore leggere quello che sta succedendo: giovani che si ripiegano su se stessi, fuggono dalle relazioni con gli altri e si chiudono nelle loro camerette. Non per un giorno o per due o tre. No. Per mesi! “Non è una questione di timidezza né di pigrizia o di sfida e nemmeno di dipendenza dalle nuove tecnologie, internet in primis” scrive Fernanda. Si tratta di autoreclusione, quella attitudine che a partire dagli anni 2000 riguarda in Occidente (Stati Uniti e Europa insieme) un numero di individui sempre maggiore e che in Giappone ha una parola specifica con cui viene identificata: “Hikikomori”. Ho trovato molto interessante, anche se di impatto perché fa soffrire, la lettura di questo articolo. Purtroppo ha cancellato in me la concezione gioiosa dell’adolescenza, tempo della scoperta delle potenzialità del corpo e della mente, tempo di vitalità solare e genuina. Questa patologia, di cui si interessano sempre più psicologi e psichiatri, fa calare un velo di tristezza, di solitudine, di isolamento volontario che stride in modo violento con l’età giovanile.

Al lato opposto, con un appello per un ritorno alla vera natura dell’uomo (inteso come umanità, non come maschio, sia chiaro) è l’interessante e curioso articolo di Marzia Taiocchi sull’uso “innaturale” delle scarpe. Ho usato di proposito, forzandone il significato, la parola “innaturale”, perché in realtà oggi alcuni studi avanzati stanno dimostrando che dovremmo tornare, per quanto possibile a camminare scalzi. “Infatti – scrive Taiocchi – uno studio dell’Università di Harvard dimostra che camminare scalzi, oltre ad aumentare la sensibilità tattile, potrebbe anche ridurre l’impatto della forza trasmessa alle articolazioni e dovuta agli urti elastici del piede sul terreno. La scienza sta poi approfondendo alcuni ulteriori benefici del camminare a piedi nudi, che potrebbero riguardare soprattutto la riduzione dello stato di infiammazione dell’organismo e il controllo della pressione sanguigna, con particolare riferimento alla riduzione dell’ipertensione”. C’è anche tanto altro. A me, uomo di vasta esperienza, ha rimandato alla mente l’abitudine durata anche in Italia fino almeno alla metà del secolo scorso, di lasciare che bambini e ragazzi giocassero scalzi. Con il risultato che le suole non servivano perché ogni piede aveva lo spessore necessario per vivere, camminare, correre, giocare. Lascio ai lettori il piacere di scoprire questa e altre informazioni contenute nel nuovo numero di “Prevenzione Oggi”, ricco peraltro di molti altri articoli: dalla nascita del Punto Soffio Vitale a Sondrio, insieme con Avis e Admo, ai preziosi approfondimenti del dott. Bianchi e di Cristina Grande, e tanto, tanto altro ancora.

La ricchezza di questo numero mi fa sperare che “Prevenzione Oggi” accompagni i nostri affezionati e lettori anche nei giorni delle vacanze. E chissà che al ritorno non ci si ritrovi ancora più numerosi di prima; sarebbe un importante segno di fiducia e uno stimolo per l’Aido della Lombardia a continuare in questa avventura editoriale unica nel suo genere, capace di fare cultura della donazione e al contempo di sostenere anche economicamente le attività dell’Associazione su tutto il territorio regionale. Vogliamo sperarlo perché abbiamo fiducia nella nostra gente e siamo certi della sua generosità.

Leonida Pozzi

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